Icona genere teatrale
Carlo Goldoni nasce a Venezia nel 1707 da una famiglia di origini borghesi. Studia giurisprudenza a Pavia, ma, per aver scritto una satira sulle donne pavesi, viene espulso dal collegio dei gesuiti. Nonostante questo si laurea in legge a Padova e, dopo la morte del padre, svolge per un breve periodo la professione di avvocato per aiutare economicamente la madre. Da sempre appassionato di teatro, inizia a seguire la compagnia di Giuseppe Imer con l’incarico di scrivere alcuni testi teatrali. Proprio durante una tournée con Imer, conosce a Genova Nicoletta Connio, una giovane diciannovenne, che sposerà nel 1736 e con cui ebbe un matrimonio felice, seppur senza figli. Tornato a Venezia, fino al 1741 ricopre l’incarico di direttore del teatro San Giovanni Crisostomo e nel 1745 scrive la sua famosa opera Arlecchino servitore di due padroni che segna per lui l’abbandono definitivo della carriera di avvocato per dedicarsi a quella di commediografo. Dal 1748 al 1752 lavora con la compagnia Madebach (presso il Teatro Sant’Angelo) e scrive, fra le altre opere, La vedova scaltra, La famiglia dell’antiquario e La bottega del caffè. Dal 1753 al 1762 lavora presso la compagnia Vendramin (Teatro San Luca) e compone La locandiera, Gl’innamorati, I rusteghi, Le baruffe chiozzotte, la Trilogia della villeggiatura. Ormai è un commediografo famoso e le sue opere vengono tradotte e rappresentate anche all’estero.
Nel 1762 parte per Parigi dove lavora per la Comédie Italienne. Qui, nel 1771, viene rappresentata una sua commedia Le borrou Bienfaisaint (Il burbero benefico), interamente in francese, che ebbe un grandissimo successo. In questo periodo entrò addirittura in contatto con il re Luigi XVI, ma la rivoluzione francese lo portò in uno stato depressivo ed economico piuttosto grave. Ormai anziano e quasi cieco, muore a Parigi nel 1793.
La finta ammalata è stata scritta nel 1751. Pantalone è uno degli uomini più ricchi della città, ma in casa sua regna preoccupazione visto che da tempo Rosaura, la sua unica e amatissima figlia, resta sempre a letto e mostra vari sintomi di malattia. A nulla sono serviti i tentativi finora intrapresi da Pantalone e da Beatrice, amica di Rosaura per farla guarire: ella sostiene di non riuscire a respirare e rifiuta il cibo. Ben presto è chiaro che la giovane soffre di mal d’amore. La finta ammalata svela di essere innamorata, proprio del medico che viene a visitarla, il dottor degli Onesti.